mercoledì 20 agosto 2014

Meduse

Leggevo da qualche parte che le meduse più pericolose sono spesso anche le più belle, talmente colorate, affabili e delicate da risultare quasi ipnotiche… e per questo letali.
Siamo in montagna, ci stiamo ricongiungendo ai miei fratelli e relative progenie per ricordare il BarbaNonno in un momento che è sempre stato per noi importante e, come tradizione vuole, stiamo per mangiare.
Il posto che è stato selezionato per la tradizionale calata delle locuste ha un calciobalilla di fronte all’ingresso, ma è anche di fronte alla cassa, al bancone ed alla vetrina delle caramelle (e tutto quanto possa considerarsi a ragione vagamente appartenente alla categoria dei dolciumi).
Sono tutti ormai seduti mentre parcheggio, entro nel locale ed ordino per la mia squadra direttamente lì in piedi, così da recuperare tempo. La signora prende l’ordinazione, mi sorride, guarda Lollo e Kiko intenti a capire se il calciobalilla funzioni o no…
Lollo: “scusi signora, mi può dire se il calcetto funziona?”
Signora a Lollo: “certo tesoro, questo si; quello che c’è in sala invece no”.
Signora a me: “ehhh, ma che capelli che ha questo bimbo… e come è educato!”
“Ahia”, penso io.
Lollo: “scusi signora, quanto costa una partita?” … e mentre Lollo chiede anche Kiko la guarda sorridente.
Signora a Lollo: “ci vuole il gettone, tesoro”.
“Ahia”, ripenso io.
Lollo, girandosi verso di me: “Papi, ci presti un gettone?” facendo finta di non sapere per filo e per segno anche le misure del gettone che serve.
“Tesoro, adesso andiamo a pranzo, ci pensiamo dopo” gli rispondo io, guardandolo come a dire “e non pensare nemmeno a scassinare il calcetto sennò ti buco le gomme della bici e poi le riparo con i tuoi soldi”.
Tutto inutile, la preda è già morta e non lo sa.
Signora a Lollo: “ma no tesoro, lascia che papà vada a mangiare e non ti preoccupare, il calcetto ve lo offro io oggi. Tieni 4 gettoni” e gli allunga i gettoni nella mano.
Io alla signora: “ma no, non c’è bisogno…”
Signora a me: “ma scherza, sono bambini, è un piacere…”
Bambini? Piacere?
Nei successivi 20 secondi, mentre io mi giro per andare al tavolo, la signora prende coscienza del piacere di cui sopra…
Kiko scatta a mano aperta chiedendo anche lui 4 gettoni:“perché solo a Lollo?”
Lollo si gira e mi sguscia accanto volando ad informare Eddy.
Eddy arriva a mano aperta sbattendo occhi, ciglia e sopracciglia per ammaliare… con le orecchie ancora non gli riesce. “E a me?”
Nana insegue Eddy temendo di rimanere a secco, già pronta con la mano aperta.
Uaui non ha capito nulla, ma vedendo Nana che corre si tuffa nella mischia sbattendo contro gli altri.
Io mi siedo a tavola e stappo una birra.
Passa così una buona ora, tra una crescentina ed una fetta di salame, con il calcetto che rimbomba e la signora che ogni tanto passa e mi guarda, sempre più stanca e sempre più sconvolta…
Quando infine decidiamo che le locuste hanno mangiato e bevuto a sufficienza ci alziamo e lentamente muoviamo i nostri passi verso l’uscita, i bimbi ancora intenti a giocare a calcetto con le migliaia di gettoni che la signora ha dovuto elargire. Stranamente, la signora in questione ha però lasciato il posto alla madre, che ci saluta accomodandosi alla cassa, totalmente ignara del fatto che i gettoni fossero stati regalati.
E’ un attimo.
Lo sguardo di Lollo ed il mio si incrociano, ma nulla possono le mie stanche – ed appesantite - membra in confronto ai suoi guizzanti muscoli. Si avvicina al bancone, tende la mano e con il sorriso più abbagliante: “scusi, mi sono rimasti due gettoni del calcetto ma non riesco ad usarli; posso cambiarli con una tavoletta di cioccolato?”
I casi sono due: o dimagrisco e lo fermo o mi metto il cuore in pace e lascio che la medusa faccia la sua vittima. Nel dubbio, mi stappo un’altra birra.

giovedì 29 maggio 2014

Simone

Nooo, abbiamo perso! Paaapiii, abbiamo perso!

Uaui, ma cosa dici, cos’abbiamo perso?

Ma Papi, è già arrivato, abbiamo perso!!

Uaui, non capisco, cos’abbiamo perso? Quando?

Simone! Simone è già arrivato!

Uaui, che c’entra Simone? E chi è Simone?

Papiii… Papi, Simone è Simone!

Ahhh, ora mi è tutto più chiaro…

Bene, e cosa è successo esattamente con Simone?

Ma dai, Papi, non lo sai? Noi dobbiamo arrivare a scuola prima di Simone, altrimenti vince lui! Me l’ha detto la mamma. E guarda, guarda qui! C’è la giacca di Simone, è già arrivato!

Mhhh… Uaui, ma vedi Simone in giro tu?

No.

Ahhh, vedi Uaui, questa è la giacchina che aveva ieri, l’ha lasciata qui. In realtà non è ancora arrivato…

Ahhh, è vero. Quindi non abbiamo perso… quindi siamo più bravi di Simone. Evviva!

 

Alcune considerazioni a caldo:

  1. Dovrò fare gli appostamenti per capire gli orari di Simone…
  2. Se la mamma ha usato la psicologia fine con Uaui e funziona, probabilmente ci proverà anche con gli altri… ed io dovrò gestire la competizione con 5 “Simone”. Non mi passa più.

Preferivo quando dovevo lottare contro l’amichetto immaginario…


 

giovedì 20 marzo 2014

Maldive

“Ebbene si, sono alle Maldive.
Ho lasciato tutti e via, da solo. Domenica mi hanno portato in aeroporto e mi sono imbarcato…
Basta pensieri, basta stress, qualche giorno di svago me lo merito anche io. Sissi, mi faccio il mazzo tutto il tempo e sissi, me lo merito proprio…”

Credo che sia questo quello che pensava il signore che avevo accanto sino a due minuti fa, quando le porte dell’aereo si sono aperte per far scendere i turisti nello scalo tecnico a Male prima di ripartire. Mi ha guardato e, con fare furbetto mi ha chiesto "rimani su?"
"Si, rimango su, ho ancora un po' di strada da fare."
"Ah, qualche ora?"
"Si, qualche ora."
"Lavoro?"
"Già."
"Ah." E mi guarda con la faccia finto-compassionevole di chi cerca di condividere una sorte avversa ma in realtà gongola per la propria fortuna...
 
Sto per tirargli un "divertiti!" ma mi trattengo... 
 
Vabbè, io però mi metto gli occhiali da sole, sdraio il sedile, mi godo il sole che entra dall’oblò e me ne frego. Qualche minuto fa, mentre mi sistemavo, mi sono anche rovesciato la bottiglietta d’acqua sui piedi… effetto spiaggia coi piedi ammollo!
Eppoi col naso raffreddato quasi non c’è differenza tra l’odore di kerosene dell'aereo coi motori accesi e la salsedine…
Grande Barbapapà, sdraiato sulla spiaggia a prendere il sole... chissà se le briciole di pane per terra fanno anche l'effetto dei granelli di sabbia tra le dita.

domenica 9 febbraio 2014

Il Rivoluzionario Silenzioso.


BarbaNonno è sempre lui, esattamente come lo era prima di salire in cielo…
Lavorava sempre, su tutto, con fantasia e determinazione, senza mai arrendersi. Alla fine arrivava ad ottenere grandi cose, ancora più grandi adesso che le possiamo vedere meglio. E sempre senza fare rumore.
L’unica differenza è che adesso è più potente, ma rimane sempre il “Rivoluzionario Silenzioso”.

Ci manchi BarbaNonno.

 

 

mercoledì 1 gennaio 2014

Bobbista


Uaui ha iniziato la sua carriera di bobbista... non più da passeggero, intendo.

Salita ripida nel parco innevato, tutti i bimbi che salgono insieme, si posizionano fermi sui freni, si danno il via e partono in un coro di "vaiiiiii"!

Uaui sale tirando il bob nuovo, usato per 20 anni ma arrivato a noi dal mercatino dell'usato, si posiziona, tira in dentro la cordina, aspetta che Edidi si lanci e... via!

Parte in volata, dritto di schiena, saltellando sugli avvallamenti.

"Uaui, usa i freni!" Urla Barbapapà.

Nulla, più veloce della luce.

"Uaui, usa i freni!" Ri-urla Barbapapà.

Il vento nei capelli deve frusciare troppo forte, non mi sente...

"UAUI, USA I FRENI!!!!"

Uaui è ormai verso la fine della pista, ha letteralmente volato sul suo (datato) destriero, e continua a non usare i freni, nonostante stia pericolosamente puntando una mamma.

"UAUIIIIII, USA I FRENIIIII !" ormai tutto il parco si è girato verso di me, Uaui invece è a pochi metri dal bersaglio. Il mio assicuratore non sarà felice...

Impatto ormai imminente; Uaui tira di scatto su un braccio, poi l'altro, il bob svirgola a destra, a sinistra, si intraversa, si ribalta. Uaui fa due capriole, si stende, mangia la neve. Poi, lentamente, si rialza.

Barbapapà corre a vedere, si sfonda un ginocchio in una buca, riparte ed arriva dal novello pilota.

Uaui si gira tutto triste.

"Uaui, che c'è, ti sei fatto male?".

"No"

"Freddo?"

"No"

"Stanco?"

"No".

"Uaui, allora mi dici che hai? Non vorrei stare qui tutto il giorno"...

"Non ho superato nessuno..."

Grande Uaui, poco competitivo, eh?

mercoledì 27 novembre 2013

Fuochista (2)

... continua


Sino a ieri.

Arriviamo in montagna, 50 cm di neve già caduta ed una fitta nevicata in corso. Il furgone non riesce a fare gli ultimi 3 km, quindi monto le catene. No, provo a montare le catene, ma sono rotte.

Inverto la marcia, faccio 15 km con due controsterzi da paura per rimanere in strada, arrivo dal benzinaio e contratto per un set di catene nuove, rigorosamente da furgone. Risalgo i 15 km, arrivo alla salita più ripida, monto le catene sotto la neve, risalgo e guido fino a casa, completamente fradicio.

Saliamo in casa, temperatura esterna -1°C, temperatura interna 2°C. I bimbi imbacuccati, seduti sul divano con una stufetta elettrica e le coperte sulle gambe, belli felici a guardare Peppa Pig.

SenzaBarbaMamma, solerte, si siede accanto al camino e, con la sua manina fatata, da vita ad un bel fuocherello.

Io mi cambio la giacca e torno giù, a scaricare il furgone. 3 trolley, borsa computer, sacca frigo, zaini dei bimbi, spesa... 20 minuti buoni di su-giù/giù-su.

Torno in casa e la mogliettina è di fronte al fuoco. "Non si è ancora acceso bene..."

Vado in cucina, svuoto la sacca frigo, riempio il frigo, prendo il latte, i biscotti, scaldo il latte, apparecchio e do la cena ai bimbi.

La mogliettina è di fronte al fuoco: "Non si è ancora acceso bene..."

Sparecchio, sistemo. Vado di sopra, cambio i bimbi, tutti a letto.

Torno giù. La mogliettina traffica di fronte al fuoco: "Ohhh, finalmente si è acceso."

Già.

Papà, avevi ragione. 1 litro di alcool ed il fuoco si accende in 30 secondi. Meno poetico, sicuro, ma almeno evito alla SenzaBarbaMamma tutta quella fatica per accendere BENE il fuoco!

lunedì 25 novembre 2013

Fuochista (1)

Quando ero piccolo mio padre usava accendere camino e stufe in montagna per scaldare la sua famiglia negli inverni più gelidi... il fuoco si accendeva con un po' di legna, tanto amore, quattro giornali ed una bottiglia di alcool da 1 litro.

Per questo, sino ai 30 anni sono stato convinto che accendere il camino richiedesse doti da piromane degne di Mangiafuoco...

Quando SenzaBarbaMamma è riuscita ad accendere il camino con soli legnetti ed accendino ho pensato che avesse praticato qualche strana magia, o che avesse tenuto i legnetti a bagno nella benzina per tutta la notte precedente. Capendo che nulla di tutto ciò era accaduto, da quel giorno di 11 anni fa, mia moglie è diventata la fuochista ufficiale della famiglia.

Sino a ieri...


continua...