Leggevo da qualche parte che le meduse più pericolose sono spesso anche le più belle, talmente colorate, affabili e delicate da risultare quasi ipnotiche… e per questo letali.
Siamo in montagna, ci stiamo ricongiungendo ai miei fratelli e relative progenie per ricordare il BarbaNonno in un momento che è sempre stato per noi importante e, come tradizione vuole, stiamo per mangiare.
Il posto che è stato selezionato per la tradizionale calata delle locuste ha un calciobalilla di fronte all’ingresso, ma è anche di fronte alla cassa, al bancone ed alla vetrina delle caramelle (e tutto quanto possa considerarsi a ragione vagamente appartenente alla categoria dei dolciumi).
Sono tutti ormai seduti mentre parcheggio, entro nel locale ed ordino per la mia squadra direttamente lì in piedi, così da recuperare tempo. La signora prende l’ordinazione, mi sorride, guarda Lollo e Kiko intenti a capire se il calciobalilla funzioni o no…
Lollo: “scusi signora, mi può dire se il calcetto funziona?”
Signora a Lollo: “certo tesoro, questo si; quello che c’è in sala invece no”.
Signora a me: “ehhh, ma che capelli che ha questo bimbo… e come è educato!”
“Ahia”, penso io.
Lollo: “scusi signora, quanto costa una partita?” … e mentre Lollo chiede anche Kiko la guarda sorridente.
Signora a Lollo: “ci vuole il gettone, tesoro”.
“Ahia”, ripenso io.
Lollo, girandosi verso di me: “Papi, ci presti un gettone?” facendo finta di non sapere per filo e per segno anche le misure del gettone che serve.
“Tesoro, adesso andiamo a pranzo, ci pensiamo dopo” gli rispondo io, guardandolo come a dire “e non pensare nemmeno a scassinare il calcetto sennò ti buco le gomme della bici e poi le riparo con i tuoi soldi”.
Tutto inutile, la preda è già morta e non lo sa.
Signora a Lollo: “ma no tesoro, lascia che papà vada a mangiare e non ti preoccupare, il calcetto ve lo offro io oggi. Tieni 4 gettoni” e gli allunga i gettoni nella mano.
Io alla signora: “ma no, non c’è bisogno…”
Signora a me: “ma scherza, sono bambini, è un piacere…”
Nei successivi 20 secondi, mentre io mi giro per andare al tavolo, la signora prende coscienza del piacere di cui sopra…
Kiko scatta a mano aperta chiedendo anche lui 4 gettoni:“perché solo a Lollo?”
Lollo si gira e mi sguscia accanto volando ad informare Eddy.
Eddy arriva a mano aperta sbattendo occhi, ciglia e sopracciglia per ammaliare… con le orecchie ancora non gli riesce. “E a me?”
Nana insegue Eddy temendo di rimanere a secco, già pronta con la mano aperta.
Uaui non ha capito nulla, ma vedendo Nana che corre si tuffa nella mischia sbattendo contro gli altri.
Io mi siedo a tavola e stappo una birra.
Passa così una buona ora, tra una crescentina ed una fetta di salame, con il calcetto che rimbomba e la signora che ogni tanto passa e mi guarda, sempre più stanca e sempre più sconvolta…
Quando infine decidiamo che le locuste hanno mangiato e bevuto a sufficienza ci alziamo e lentamente muoviamo i nostri passi verso l’uscita, i bimbi ancora intenti a giocare a calcetto con le migliaia di gettoni che la signora ha dovuto elargire. Stranamente, la signora in questione ha però lasciato il posto alla madre, che ci saluta accomodandosi alla cassa, totalmente ignara del fatto che i gettoni fossero stati regalati.
E’ un attimo.
Lo sguardo di Lollo ed il mio si incrociano, ma nulla possono le mie stanche – ed appesantite - membra in confronto ai suoi guizzanti muscoli. Si avvicina al bancone, tende la mano e con il sorriso più abbagliante: “scusi, mi sono rimasti due gettoni del calcetto ma non riesco ad usarli; posso cambiarli con una tavoletta di cioccolato?”
I casi sono due: o dimagrisco e lo fermo o mi metto il cuore in pace e lascio che la medusa faccia la sua vittima. Nel dubbio, mi stappo un’altra birra.
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