martedì 30 aprile 2013

"Il" Parroco

Giorno di Pasqua, stiamo per andare a Messa, sempre in montagna, ma stavolta cambiando paesino, così da non rischiare di imbatterci nel parroco del "temporale"... "il" Parroco.

Ci sediamo in prima fila, l'unica rimasta, e lo schienale comincia subito a litigare con i miei passamani dell'amore; l'uno troppo rigido, gli altri... permalosi.

Iniziano i canti e qualcosa ci mette subito in allarme. Il coro è troppo basso, troppo rapido, troppo ... simile a quello che di solito accompagna "il" parroco. Ed infatti...

Come per magia, nel momento in cui "il" parroco invita i fedeli a raccogliersi in preghiera, Nanina salta giù dalla mia gamba, mi sorride impertinente e, sapendo che sono immobilizzato dallo schienale e da Uaui sull'altra gamba, si fionda verso il fondo della chiesa da cui sta iniziando la processione.
Arriva in fondo, saluta la processione, si rigira e risale sulla gamba... con 4 libretti dei canti rubati alle varie file di panche.

Uaui nel frattempo si accorge che dietro di noi c'è la zia che gli da i biscotti e, come è giusto che sia, cerca di lanciarlesi in braccio.

Mentre tengo Uaui per la caviglia e cerco di impedire che Nanina proceda con lo spoglio dei libri dei canti, si avvicina Kiko con il foglietto della Messa e comincia diligentemente a leggerlo. Purtroppo, non essendo veloce come "il" parroco, ben presto comincia ad ingallonarsi e, preso dallo sconforto, piega in due il foglietto e comincia a costruire la versione cartacea del Concorde...

Sull'altro fronte, SenzaBarbaMamma non se la cava troppo meglio. Lollo ha scoperto che l'inginocchiatoio ha il rivestimento ribaltabile e, da grande ingegnere qual'è, cerca di camminarvi con un piede sopra e l'altro sotto... incastrandosi e cadendo di peso sul piede della dolce mamma che, colta di sorpresa, lancia un gridolino che sveglia la corista.

Edidi nel frattempo fa quello che gli riesce meglio: scompare.

Approfittando di questa situazione vagamente caotica, sgattaiola tra i banchi e va dritto sotto la Vergine Maria, la saluta rispettoso ed inizia un rapido quanto metodico soffio intermittente, facendo fuori tutte le candele che per l'occasione erano state accese.

A parte il fatto che le preghiere dei vari fedeli, ancora presenti in chiesa, si devono essere trasformate in parolacce in diverse lingue, questo gesto ci ha permesso di rintracciare immediatamente il nostro dolcissimo Edidi. Il nuvolone di fumo generato da una cinquantina di candele che si spengono ha oscurato la flebile luce che filtrava dal rosone centrale, la temperatura si è abbassata e l'aria si è fatta piuttosto pesante, come quando la cenere del vulcano oscura il cielo...

Eccellente diversivo.

Nanina coglie la palla al balzo. Dopo aver fatto “m'ama non m'ama” con le pagine del libro dei canti, al momento della Comunione scatta nuovamente e si mette diligentemente in fila per l'Ostia. Percorre tutta la chiesa in rispettoso silenzio e si presenta finalmente davanti a "il" parroco che, senza scomporsi minimamente, glissa e mantiene l'Ostia ad altezza adulto.

Mi abbasso, spingo i passamani dell'amore contro lo schienale e rimbalzo, cadendo in avanti giusto in tempo per arpionare la caviglia di Nanina e rimbalzare a sedere, come nulla fosse. Imposto l'abbraccio su "presa ferrea, nessuna pietà" ed attendo fiducioso il termine della funzione.

Non faccio in tempo ad alzarmi che vedo il sorriso sornione de "il" parroco avvicinarsi...
"Che dolce la bimba, proprio un uccellino..."
Sto per replicare con la prima cosa carina che mi viene in mente quando "il" parroco finisce la frase:
"... e come gli uccellini dovrebbe stare in gabbia."

Non sono così sicuro che mi dispiaccia che Nanina abbia deflorato i libri...

lunedì 29 aprile 2013

Il rifugio


 

C’è una casa,
no, non  è proprio così.

C’è una grande casa,
no, no, scusatemi, non riesco a renderle giustizia.

 C’è una bellissima, grande casa, lassù in montagna, “oh finalmente, ora ci sono!”
 Perfetto. Questo è il rifugio della BarbaFamiglia.

Sto parlando di un posto meraviglioso, circondato da abeti e ogni altra specie di flora, per non parlare della fauna: uccellini, scoiattoli, ghiri, rospi, lepri, uno di loro è stato “bonariamente” e “pacificamente” denominato “Salmì”, e per fargli compagnia abbiamo anche “Ragù” , un cervo.
 
La casa ha ampi ambienti, cosa a cui aneliamo quotidianamente, che ci permettono di stare tutti  vicini ma senza necessariamente sentire litigi, urla, giochi.

Un paradiso per noi.

Ha un enorme terrazzo, che quest’inverno si è colmato di neve (ben due metri!) ed è  stato uno spettacolo vedere tutto quel candore, talmente irresistibile che SenzaBarbaMamma non  ci ha pensato due volte a proporre a tutti un bel bagno… nella bianca coltre, ovviamente.

Un’esperienza fantastica, consigliata e da rifare.

“Ehi, ma è fredda, non ci pensiamo minimamente”, urlano gli altri.

Per niente scoraggiata, anzi, SenzaBarbaMamma si è precipitata fuori nel terrazzo e con “scatto felino ed abile mossa (vedi Lady Oscar), si è tuffata in quel soffice tappeto, con tanto di gridolini estasiati.
 
Non potete immaginare i dolci visini esterrefatti che la guardavano sguazzare felice, e qualcuno, un pensierino lo ha fatto.

“Allora, nessuno ha cambiato idea?” chiede.

“Io. Io.  Lo faccio io!!!” Edidi, coraggiosamente si è avviato al terrazzo.

 SenzaBarbaMamma ha fatto un tentativo per dissuaderlo: “Tesoro, sei sicuro? Te la senti?” “Ma certo, sono pronto!”

A quel punto, velocemente, spoglia il suo cucciolo, “mi sono scortata di dirvi che il bagno nella neve, si esegue rigorosamente…  come mamma ti ha fatto.“

Il conto alla rovescia inizia: tre, due, uno e… voilà… lancio effettuato.

Edidi, nel volo alla Superman,  è affondato lanciando un agghiacciante urlo: “Aaahhhhh, e’gelataaaaaaa”!!!

L’impronta non lasciava alcun dubbio… sembrava  (o lo era sul serio?) congelato.

In principio un gran freddo, poi vampate di calore attraversarono Edidi che, con i denti che sbattevano l’uno contro l’altro senza controllo, è riuscito a malapena a dire: “Beellooo, ma oggi non lo rifaccio...”

domenica 28 aprile 2013

Dinda


Ora, dovreste sapere di chi stiamo parlando: Dinda, al secolo Adalgiso Tutto Sorriso, nasce in un qualche negozio di giocattoli ormai 7 anni fa, e viene presto adottato da Kiko tramite una donazione (regalo).

Adalgiso passa la sua infanzia (il primo anno) più o meno stabilmente nel letto del piccolo e taciturno Kiko, proteggendolo dall’assalto di draghi ed altre strane creature; sino a quando Kiko decide di fargli esplorare il mondo, portandolo a giocare nei parchi, in bici, nei centri commerciali e via discorrendo.

E’ così che Adalgiso – da bianco e biondo, diventa prima mulatto e moro, poi nero e calvo. Il fisico non cambia troppo, se non fosse per un inizio di dimagrimento e, soprattutto, qualche cicatrice (mia moglie a cucire è un fenomeno e Adalgiso ormai è più cucito di Rambo ai tempi d’oro).

Un giorno Kiko si è reso conto dei cambiamenti che avevano toccato Adalgiso, di questo suo nuovo look e, per ridargli la giusta dignità, lo ha rinominato Dinda, guerriero armeno dall’aria truce ed i modi burberi, fortemente maschio, un esploratore del mondo.

...Almeno sino a quando Dinda si è perso, passando quasi una settimana in cima all’armadio, in mezzo a tutto quello che noi umani cerchiamo di nascondere alla vista e, riuscendoci, all’olfatto.

Ebbene, quando riuscimmo a ritrovare Dinda, ci volle un bagno a 60° con centrifuga a 1000 giri, una ricucitura completa (con filo di Scozia, ma del colore sbagliato) e, udite udite, uno spettacolare trapianto di capelli con lana grossa gialla.

Non so bene perché, ma Dinda da quel giorno è completamente cambiato.

Il look truce ha lasciato il posto ad un aspetto acqua e sapone, con un sorrisetto stile Monna Lisa e questa chioma biondo-platino. Il guerriero armeno ha lasciato il posto alla "dolce Dinda", femmina e decisamente dissoluta. Se prima proteggeva Kiko dai draghi, adesso si infila in qualsiasi letto e, se non la si trova, basta guardare tra le mie bottiglie di vino….mah!

sabato 27 aprile 2013

Punizione

Kiko si è scatafasciato un braccio volando in monopattino e SenzaBarbaMamma coglie l’occasione per fissare il momento nella sua memoria.

“Kiko, vedi che a comportarsi male poi succedono queste cose? Questa è una punizione divina.”
Kiko è tutto triste, contrito. Poi, con un filo di voce: “Chi è Vina? Non la conosco…”

 

Grande Kiko! Uno pari, palla al centro!

venerdì 26 aprile 2013

E' arrivata la tempesta


Non è così banale incontrare una famiglia con cinque bambini e soprattutto di età così vicine, ed essere al centro dell’attenzione è diventata un’ abitudine.
Un sabato sera abbiamo deciso di andare a Messa e prima di uscire ci siamo prodigati in mille raccomandazioni: non si gioca con le macchinine sulla panca, non si portano le figurine dei Pokemon, niente Nintendo, vietato l’utilizzare il libretto della Messa per farne un aeroplanino, nessuna lite, insomma tutta una serie di divieti.
Rassicurati da un coro di “Sì. Va bene”, ci mettiamo in macchina.
Naturalmente cerchiamo i posti più vicini all’uscita ma essendo una piccola chiesetta ci sembrava di essere comunque in prima fila e il nostro arrivo non è passato inosservato.
Vuoi per il rumore fatto, vuoi perché siamo “nuovi”  veniamo sommersi da  cenni di capo, gran sorrisi  e ogni sorta di parole gentili come “che angioletti”, “che faccino carino”, “guarda la bimba, che amore” e così di seguito.
Ma ecco che “gli angioletti” si scatenato in una folle corsa a chi stà vicino a BarbaPapà.
Gli altri si cimentano in un tira e molla di Uaui, e la conseguenza più ovvia è un pianto inconsolabile per avergli fatto cadere la sua macchinina (l’unico a cui era stato concesso questo privilegio);
Nanina “che amore”, ha iniziato a urlare “Cappa pipì, me”e prontamente BarbaPapà la porta fuori, a – 4°;  durante l’omelia interviene e cerca di convincere il prete di qualcosa, ma grazie a Dio, non si capisce niente di quel che dice e, non contenta dell’esecuzione dei canti perchè troppo fiacchi, dà libero sfogo ai suoi acuti dando bella mostra di sé.
Nessuno può dire niente, sono state fatte solo cose non contemplate della lunga lista di raccomandazioni!
A quel punto, SenzaBarbaMamma è isterica, l’impulso è quello di prendere tutti e abbandonare la postazione ma uno sguardo incoraggiante di BarbaPapà la fa desistere dall’intento, perché la celebrazione è giunta quasi al termine.
Subito dopo la Benedizione, il prete con fare sornione, ci si avvicina canticchiando una breve strofa “E’ arrivata la tempesta, è arrivato il temporale…”
Che dite? Era rivolto a noi?

giovedì 25 aprile 2013

Eternitá

Penso che essere genitori (anche se di due iene) sia un grande dono.
Rivedersi e ricordarsi in espressioni, azioni, parole dei tuoi figli é qualcosa che ti da un senso di eternità e forse é davvero l'unica cosa che ti possa avvicinare "al creatore", chiunque questo sia per voi. É semplicemente bello.
Da provare!

Disclaimer
Being parents is like offshore dragging for gold: is dangerous and expensive, some have tried, most have failed, someone is dead :-)

martedì 23 aprile 2013

CiukPukTucLiukBuk

Questa è la storia di come CiukPukTucLiukBuk se n'è andato.

Correva il lontano 2001 ed i miei, essendo andati a vivere fuori città, decisero di prendere un bellissimo pastore tedesco a pelo lungo; la scelta del nome richiese un po' di tempo e portò ad un ballottaggio epico, tra alcuni nomi profondamente diversi tra loro: Chuk, Puk, Tuc, Luke, Book.

Nonostante i tentativi di BarbaNonno di far prevalere la sua scelta, accampando improbabili diritti sul neo-assunto cane e sostenendo che, in quanto Pater Familias, aveva il diritto a votare due volte, il mitico CiukPukTucLiukBuk alla fine si chiamò...

Byron.

Sorvoliamo sugli oltre 11 anni di fedele quanto rassegnata compagnia ai miei, un'ombra silenziosa e sempre presente. Un cane docile, amabile con gli adulti e tenero con i bambini.

Lo scorso anno, verso fine estate, i miei decisero di passare insieme a noi le utlime giornate di sole prima della ripresa della scuola. Vennero su in montagna carichi di valigie, libri, prosecco, crocchette... e con il fido destriero... ehm, il fedele compagno Byron.

Quella fu la settimana più difficile della sua vita.

Lollo aveva il compito di portare da mangiare a Byron... quando se ne ricordava.
Kiko aveva il compito di portare da bere a Byron... quando Lollo si ricordava di portargli da mangiare. E di mangiare le crocchette di Byron, come scoprimmo a fine settimana.
Edidi aveva il compito di ricordare a Lollo e Kiko i loro doveri... quando Lollo si ricordava di farselo ricordare.
Nanina si era data il compito di togliere l'acqua a Byron quando era troppa ed aggiungerne quando era troppo poca... che diventò presto quello di toglierne quando ne aveva poca e metterne altra quando ne aveva troppa.
Uaui aveva il compito di assicurarsi che la ciotola dell'acqua fosse piena... di aghi di pino.

Il compito comune invece era quello di assicurarsi che non scappasse. Considerando che nei precedenti 11 anni era scappato una sola volta - e per sbaglio - mentre in quella settimana aveva tentato la fuga due volte, forse avremmo dovuto farci qualche domanda.

I miei ripartirono domenica e, nel salutarci, ci chiesero se avremmo tenuto Byron dal giovedi successivo, sino alla domenica. Byron non la prese bene, credo. Fatto sta che quel poveretto, che non sentì la telefonata in cui mia madre ci diceva che lo avrebbe affidato ad altri, morì di ictus il mercoledi sera.

Domanda: è possibile suicidarsi di ictus?

lunedì 22 aprile 2013

Nanina nella neve

Siamo in montagna, mi sono appena svegliato e sento delle voci fuori. “Strano, penso, le voci vengono dal prato davanti a casa, ancora sommerso dalla neve”.

Guardo fuori , ancora intorpidito dal sonnellino pomeridiano (2 ore di cottura interrotte da urla e salti sulla pancia, tanto improvvisi quanto apprezzati...), quando scorgo Nanina che cammina beata nella neve…

Bello. Il sole, la neve, le mutandine… Nanina è fuori in felpa, mutandine e galoche (in gomma, stile Peppa Pig), sulla neve, e tira la palla per poi inseguirla. Non so perché ma comincia a venirmi caldo.

“Nanina! Cosa ci fai fuori così? Torna immediatamente dentro a coprirti! Ma ti sembra questo il modo di uscire? E poi, hai capito che sei sulla neve? Ti prendi freddo!”

Caspita, che grande che sono. Nanina mi guarda incuriosita, forse cercando di capire perché io abbia
la faccia gonfia come un pallone e stia urlando come un ossesso… Poi finalmente capisce e corre verso l’ingresso.

“Beh, tutto sommato è servito”, mi rassicuro.

Poi Nanina torna fuori.

Ah, beh, adesso è tutto diverso, con i guanti da sci si sta meglio. “Naninaaaaa!”

domenica 21 aprile 2013

Un tuffo dove il fango non è proprio blu


Dopo la scuola si passa un po’ di tempo nel parco giochi, per far scaricare, finalmente, i nostri dolcissimi pargoli, naturalmente circondati da fidati SbarbatelliAmici.
Solo che fino a qualche giorno fà, il tempo non è stato così clemente e di andare a giocare, dopo le grandi fatiche scolastiche, non se ne parlava neanche per sogno per la maggior parte delle mamme, ma non per SenzaBarbaMamma e una sua carissima SenzaBarbaAmica. Sguardo d’intesa e via che si aprono le danze…
 
E cosa c’è di più bello, di più divertente, di più esaltante?
Una grande pozza d’acqua, ma quando dico grande sto parlando di 20 mq di fango!!!
Ebbene, Lollo, Kiko, Edidi, Nanina (per fortuna più mia che sua, Uaui è al sicuro in casa) ed il trio di SbarbatelliAmici, con tutta la naturalezza tipica dei bambini, hanno pensato bene di guadare la mitica pozzanghera e, non soddisfatti, si sono letteralmente immersi e sommersi in quel meraviglioso mondo acquatico con tanto di caccia al coccodrillo.
Eh sì” dice Lollo, “noi ne faremo portafogli e beauty-case! ”, citando la famosa canzone dello Zecchino D’oro; “Oh yes!” rispondo tutti in coro gli altri crocodile dundee.
 
Capelli, facce e mani scomparsi e dei vestiti non se ne parla.

Che cosa pensare e dire dopo un’ora di gioco?
Ma che disperazione, nasce da una distrazione, era un gioco…”
“No comment!”
Naturalmente, prima di salire in macchina e tornare a casa, spogliarello collettivo tra risa e canti: “Ma che ce frega, ma che ce importa…” e via che si riparte.
Ma sì,  ma che ci importa, se non si fanno ora queste cose meravigliose quando si faranno più!?!, si consolavano le SenzaBarbaMamme, pronte per il “tuffo dove l’acqua è più blu , niente di più “ – nella vasca da bagno - questa volta.

Quante storie per una caduta...


Il mondo dei bimbi che cadono si divide in due categorie: le tavole e le grattugie.

Le tavole sono i bimbi che cadono senza cadere, perché solitamente c’è qualcuno così vicino e pronto che non fanno realmente in tempo ad atterrare che vengono sollevati, consolati, baciati e spaventarsi per loro, che difficilmente riescono a farsi male sul serio. Si riconoscono perché urlano come aquile solo perché il ruolo che gli è stato affidato lo richiede, non per effettivo bisogno. Oppure perché le volte che il custode di turno si distrae, cadono come tavole, appunto, con le mani belle tese… in tasca.

Le grattugie, invece, sono i bimbi che il custode lo hanno seminato (da tempo)  e, pertanto, sono abituati a volare ed atterrare, non sempre in piedi. Si riconoscono dal rumore che fanno quando si grattugiano sull’asfalto e dai rantolii sommessi dopo un po’. O da belle cicatrici.

Sempre il solito parco giochi, tanti bimbi scatenati, con i più piccoli che imitano inevitabilmente i più grandi nel farne di tutti i colori, tra sguardi terrorizzati di nonne e mamme apprensive da una parte e sguardi orgogliosi e fieri dall’altra, in adorazione delle acrobazie dei loro temerari tesori.

Le cicatrici alla Harry Potter di Edidi e Nanina, dovrebbero far capire a quale fazione appartengano SenzaBarbaMamma e i suoi BarbaAmici.

Fra tanto trambusto, ad un certo punto, una piccola bimba sconosciuta al gruppo, cade dal classico “castello”, ai cui piedi, al posto del fossato è stato messo un bel pavimento gommato; la bambina tira prontamente le braccia lungo i fianchi e stampa la faccia al pavimento…

La poveretta si guarda intorno in cerca di quel salvatore che ogni volta le era affianco e, non trovandolo, si appresta a far partire la sirena, quando, ecco che in volata arriva la nonna, la quale, accortasi di quell’esserino per terra, si precipita con tanto di urlo straziante; a quel punto, alla sventurata non resta che piangere con singhiozzi, urla e profusione di lacrime; non tanto perché si sia fatta male veramente, quanto per la reazione della nonna colpevole di non averla sorvegliata attentamente. Nessun altro è intervenuto, le altezze siderali in realtà, non erano sufficienti a giustificare botte degne di essere raccontate ed il pavimento gommato… beh, è gommato.

L’infermiera Nanina (sempre presente in situazioni critiche) accorre al capezzale della “moribonda” per assicurarsi delle sue reali condizioni, lo sguardo interrogativo non lascia dubbi: “Dai, su, non è niente di grave; forza non è successo nulla”. Più la guarda e più la bambina urla… e Nanina incurante del suo dolore continuava a pensare: “Ma guardati, non ti sei fatta proprio niente, quante storie per una caduta!”

La circostanza non era degna della sua attenzione ci sono cose migliori da fare, ha girato i tacchi e se ne andata a giocare come se niente fosse.

Non ci sono più le piccole donne di una volta!

martedì 16 aprile 2013

Nascita


(Fatto accaduto ormai 3 anni fa... sigh.)

Come spesso accade nelle migliori famiglie, anche da noi si sta scoprendo il corpo.
 
A parte che sembra che tutti i bimbi dell’asilo si siano messi a guardare piselli, tirare proboscidi ed analizzare ciliegine, mia moglie mi ha gentilmente porto un bel libretto che la scuola materna sta distribuendo per aiutare i genitori nell’arduo compito di spiegare ai propri cuccioli che non siamo nati sotto un cavolo…anche se io stesso ne ho dei dubbi, vista la quantità di terra che portano in casa dopo aver giocato in giardino.

Morale, mia moglie è stata letteralmente presa d’assalto da due classi di bimbi che volevano toccare la pancia (alla 32ma settimana) e chiedevano da dove sarebbe uscito Uaui, facendo congetture ed allusioni degne del miglior investigatore privato. La cosa non l’ha scossa minimamente sino a quando qualcuno non ha azzardato un “dal sedere!”

La puntualizzazione è stata d’obbligo: “no, tesoro, quello vale solo per qualche politico”.

 

 

La Signora di Lourdes.


Non molto tempo fa abbiamo attraversato il nord-Italia ed il Sud della Francia per andare a Lourdes, esperienza mistica e meravigliosa, da cui abbiamo portato ettolitri di acqua santa, in damigiane e, soprattutto in bottigliette, adorate dai bimbi, a forma di Madonnina.

Ebbene, nemmeno a Guantanamo si sono fatte sevizie come quelle che i miei figli riescono ad infliggere alla Beata Vergine che, solo per il Suo immenso Amore di Madre, riesce a permettere che le si sviti la corona dalla testa tutte le sere almeno 5-6 volte, schacciandoLe i piedi per fare uscire anche l’ultima goccia...

 

lunedì 15 aprile 2013

No!

Cnaca vieni al parco?
Nnno!
Canca sei stanca?
Nnno!
Hai fame?
Nnno!
Canca, dai, vieni al parco con BarbaPapà
Nnno!
Beh, perché?
Nnno!
Dai, BarbaPapà é triste se deve andare da solo!
Nnno!
Ma come? Non ti interessa se BarbaPapà é triste? Non vuoi un po' bene a BarbaPapà?
Nnno!
Canca, hai visto che bel gonnellino che ha la bimba in TV? Te la compero?
Siiiiii!

Ah, le donne...

Sindrome dell'abbandono

Credo che mi stia per esplodere la giugulare...

Appena tornato da un viaggio di lavoro di una settimana, sono di nuovo alle prese con i compiti, la presunta febbre, la spesa e le esigenze di 5 piccole pesti.

Senza parlare della SenzaBarbaMamma.
E' fantastico.

Sono anni che viaggio e tutte le sante volte devo sottostare a:

1. la sindrome del pre-abbandono: 2 giorni di cazziatoni prima della partenza, in un costante sforzo (suo) di prepararsi psicologicamente alla lontananza... fantastico per convincermi a partire.

2. la sindrome dell'abbandono: dura tutta la trasferta ed è fatta di "si, tutto bene", "no, non ti preoccupare", "si, sono un po' stanca" i primi due giorni. Poi diventa "no, non è possibile, non ascoltano, così non si tengono!". Ed infine, si trasforma nuovamente in un "si, tutto bene", "no, non ti preoccupare", "no, non sono stanca, tutto bene".

Pessimo, un tremendo preludio a:

3. la sindrome del post-abbandono. Dura 24 ore, ma di quelle luuungheeee...
Mia moglie dice che la causa è il mio bisogno di riorganizzare la vita a tutta la famiglia, reimpossessarmi dei ritmi e gestire le situazioni famigliari.

Naaaaa...

La realtà è molto più semplice: vuoi mettere quanto è più bello scatafasciare me dopo una settimana di "tutto dentro"?

Ci vuole un Barbapapà moooolto paziente per sopravvivere... O troppo BarbaStanco per scappare!

Preso alla lettera


Stiamo uscendo ed abbiamo fretta. Lollo, Kiko, Edidi… E Nanina, dov’è?

“Kiko, me la porti?”

Detto, fatto.  

Due minuti dopo Kiko esce dal portone di casa strisciando in terra la giacca rosa di Nanina, tenendola per il colletto.

“Kiko, tira su la giacca”, reagisco impetuoso. “Non ci riesco” dice lui serafico, e dai polsini vedo sbucare due manine, mentre la testa di Nanina ormai dentro la giacca sta sbattendo su scalini, sassi e quant’altro.

“Eccotela” dice lasciando la giacca e provocando un suono sordo – tunf - , “non voleva uscire” …

Devo stare più attento a quello che chiedo…

 

domenica 14 aprile 2013

Gratificazioni personali

Lollo, primogenito, 8 anni, 3a elementare…

Come la maggior parte dei bambini, studiare non dà il massimo della soddisfazione, figuriamoci quando, nonostante il grosso impegno, dice lui, non arrivano i voti sperati.

Tre giorni che la maestra gli scrive sul diario:

"Oggi Lollo non ha lavorato
Firma __________"

"Oggi Lollo non ha lavorato
Firma __________"

"Oggi Lollo non ha lavorato
Firma __________"

E noi a firmare, chiedere spiegazioni e spronare.

Bravi BarbaGenitori...

Ma, a dire il vero, le sue risorse sono di parecchio migliori delle nostre spinte.

Ieri è tornato a casa, ha aperto il diario al giorno giusto e…

“OGI LOLLO A LAVORATO TANTO
FIRMA ______"
(scritto rigorasamente in stampatello, perchè in corsivo pare brutto!!!)

Magari come falsario deve impegnarsi un po' di più, ma SenzaBarbaMamma ha firmato, altrochè se ha firmato!

venerdì 12 aprile 2013

Aeroporto

In aeroporto una bimba di circa 1 anno trotterella insicura accanto alla mamma di fronte al controllo passaporti. Il papà prende i documenti, li mostra al funzionario di turno ed aspetta. La mamma invece si china, sistema il bagaglio a mano e si gira verso la telecamera del banco.

Io riprendo il mio passaporto, saluto e faccio per avviarmi verso il gate.

La bimba, veramente piccola, riconosce il BarbaPapà che c'è in me, lascia il muro al quale si tiene e mi segue trotterellando oltre il controllo passaporti... Sono già avanti diversi metri quando mi giro a ricontrollare i documenti nella borsa e la vedo 2-3 metri dietro di me.

Spettacolo: quando il papà finalmente la vede, molla tutto e corre a prenderla. Il funzionario sbianca, si alza di scatto e chiama le guardie temendo la fuga di un terrorista!

Non c'è niente da fare, i bimbi vanno pazzi per i BarbaPapà...

martedì 9 aprile 2013

Mucche, capre ed altri BarbaAnimali

La magia di Skype: sono a 4 ore di fuso orario, nel cuore della notte, in pieno jet-lag... e Lollo mi sta ripetendo geografia!

Come sono "altrimenti dette" le mucche?
Lollo: "animali".
SenzaBarbaMamma: "no Lollo, sono dette bovini"...

E che strada è una mulattiera?
Lollo: "una strada dove passa una mula"...
SenzaBarbaMamma: "no Lollo, sono quelle dove passano gli animali al pascolo".
BarbaPapà: "o i bimbi in mountain bike"...

Forse è meglio se vado a letto evito di dare il mio contributo...

Il naso dell'aereo


Negli ultimi due anni i bimbi mi hanno sentito parlare spesso di viaggi, ed hanno dovuto fare i conti con assenze prolungate, con un preavviso sempre troppo corto; ore, alcune volte, minuti, altre volte. Il loro senso del tempo non rende queste cose semplici, tanto meno quando devo fargli capire che il momento del rientro non è immediato come vorrebbero loro.

Perciò, in un costante sforzo per tranquillizzarli, ho incominciato a raccontare loro quello che vedo strada facendo, soffermandomi su quegli episodi che possono rendere magico ed epico il mio viaggio.

E’ per questo che, durante una recente trasferta in Asia, ho spiegato loro che avrei fatto qualcosa di unico, di cui sarebbero stati al tempo stesso fieri e sorpresi. Sarei entrato nel naso dell’aereo!

Il ché era tecnicamente vero, visto che avevo il posto 1D, direttamente nella punta del 747.
Un paio di foto dal gate mi aiutarono tantissimo a convincerli che non stavo scherzando e l’immagine ammirata di Lollo e Kiko mi convinse di essere riuscito nell’intento…
Edidi sembrava strano, titubante ed un poco preoccupato. Sino a quando decise di sciogliersi il dubbio: “papà, chiese infine, e se l'aereo ha il raffreddore?”

Qualche giorno dopo ho voluto cambiare un po’ le cose. Approfittando di un quanto mai apprezzato upgrade in prima classe (cosa fanno le miglia premio...), ho informato i bimbi che sarei andato addirittura in testa al Jumbo! Lollo ha riso eccitato, condendo il tutto con un “figo!”, mentre Kiko, dapprima entusiasta, si è subito ricomposto ed ha cominciato a fare ventimila domande, molto dubbioso.

“Ma se sei sulla testa, quando vola cadi giù!”.
”No Kiko, non sono proprio sulla testa, sono nella testa”.
“Ah, e da dove sei passato?”        
“Sono passato dalla porta che fa entrare nel naso e poi ho preso l’ascensore e sono salito nella testa”.
“Naaaa, ma dai!”

Meglio di "esplorando il corpo umano"!
 
 

lunedì 8 aprile 2013

Lascia il pisello di tuo fratello!

Poltrivo, come al solito, nei 30 minuti che passano tra la prima pronuncia dell'ordine irrevocabile del sergente maggiore Senzabarbamamma (nana pure lei...) "Bimbi a letto" ed il bacino della buona notte, quando sento un urlo lancinante misto a riso e Senzabarbamamma che, a sua volta, urla: "Canca, lascia il pisello di tuo fratello! Non lo puoi tirare!"
Ma che cav...?!?
Riemergo improvvisamente dal torpore post-prandial-serale immaginando il male e, trattenendo a stento le risate, vado nella stanza dei bimbi.
Ma che fate?
Beh, nulla...
Titto decide che deve mettere i pigiamino a Canca, solo che lo fa con la sua solita delicatezza e praticamente la ribalta. Canca che fa? Per non cadere dal letto si "aggrappa" alla prima cosa che trova e quindi... Oh, que dolor!

Vi presento i miei

Titto, anni 4.
Segni particolari: ingegnere
Deve essere una specie di contrappasso... Un figlio ingegnere già a 4 anni! Un vero secchione!
Cosa gli piace: impianti a fune e qualsiasi cosa che giri ed abbia ingranaggi.
Un giorno, in seggiovia (si, orgoglio di BarbaPapá Nano, lui scia benissimo!), mi ha detto: "sai papà, nella seggiovia ci sono 2 tipi di ruote: quelle che girano e quelle che saltano. Quelle che girano la fune gli passa sopra, quelle che saltano gli passa sotto. Io preferisco quelle che saltano. Vorrei una seggiovia dove ci sono solo ruote che saltano." Titto, fidati di papà, senza le ruote che girano strisceremo la sedia per terra!

Canca, anni 2
Segni particolari: in centro Italia direbbero "fanatica".
Anche qui mi sa che sconto qualche pena... Si presenta come Cancaneve Pincipessa e Ballerina.
Quando decide di mettersi in gala, indossa la sua corona regale e si mette i braccioli (si, quelli da mare!).
Beh, non fa una piega; avete mai visto l'abito di Biancaneve?
Canca, mi fai vedere come fai l'inchino? No, fallo tu! Io Pincipessa!
Cominciamo bene...

Il verme

Per tenere i bimbi un po’ tranquilli, in macchina propongo il gioco degli animali, quello in cui cerchiamo di capire quale sia l’animale più pericoloso e come noi, eroi dei due mondi, contiamo di catturarlo e fargli fare la fine più atroce.

Dopo un rapido scambio di occhiate ed una breve consultazione con i fratelli, è Kiko che prende la parola: “dove scivoliamo con le bici, la dove ci sono le pietre, ieri abbiamo visto tante lumache, 3 vermi ed uno scorpione. Non c’è dubbio, il più pericoloso è il verme!”.

“Kiko, scusa, forse è lo scorpione, no?” Dico io.

“No, anche alla tele si vede che il verme è il più pericoloso”. Risponde lui risoluto.

“Scusa, ma che fa il verme di tanto pericoloso?” chiedo.

Se mi regali a Natale una spada rossa lo infilzo nell’occhio” interviene Edidi.

“Ha il veleno”, sentenzia Kiko.

… e poi lo butto nel fuoco”, prosegue Edidi.

“E’ quasi pericoloso come il ragno (la tarantola, ndr)” mi intimidisce Kiko,

… e poi lo schiaccio con la macchina”, Edidi si accalora.

“mentre lo scorpione no, quello lo uccido facilmente” mi tranquillizza Kiko mostrando il piede con cui tempo fa ne schiacciò uno sul muretto del cortile.

… e quando è morto lo uccido di nuovo con la spada rossa!” termina con aria trionfale Edidi, già sudato e spettinato per lo sforzo.

“Scusa Kiko, ma sei sicuro che il verme morda ed abbia il veleno? Non è il serpente?”

“Anche il serpente, ma il verme è peggio!” e Lollo ed Edidi fanno un palese segno di assenso.

Per fortuna che abbiamo Edidi con la spada rossa…

domenica 7 aprile 2013

Ben arrivato BarbaPapàNano

Ebbene si, è vero, ho spinto perchè BarbaPapàNano entrasse nel blog.
A parte il fatto che non mi aspettavo che il suo primo post balzasse in cima alle statistiche, ma sicuramente è un palese caso di luce riflessa, i motivi per i quali ho insistito tanto sono presto detti:
1. Nonostante il rapporto 2 a 5, potrebbe tranquillamente essere un BarbaPapà Numeroso, per la dedizione e l'amore che dà alla sua famiglia.
2. Considerando che il mio massimo impegno fisico nell'ultimo periodo (o era, direi) è stato il sollevamento bimbi, era importante dare al blog una veste un pochino più dinamica. Visto che BarbaPapàNano riesce a rendere uno sport "estremo" anche lo spingere il carrello al supermercato, credo che l'obiettivo verrà raggiunto.     
3. Lui non lo sa, ma se succede qualcosa a me e mia moglie, abbiamo espressamente lasciato nelle ultime volontà che tutti i nostri non-averi ed i nostri figli "passino" a lui... così, come ha riportato lui, potrà finalmente correre in MotoGp... con qualche mutuo sulla moto, ma sempre in MotoGp. 
4. Gianni senza Pinotto non vale nulla.

Buona lettura!

Un nuovo BarbaPapà?!?

Beh, i BarbaPapà amano stare in gruppo, lo sanno tutti, ed il BarbaPapà che conoscete sono settimane mi chiede di raggiungerlo. Io però ho pensato bene di prendermi una pausa dalle incombenze familiari e passare per qualche tempo dalla parte di chi si fa lavare e vestire (che bella vita!) rompendomi un osso.
Adesso però, hanno scoperto il gioco ed ho perso i tutti miei privilegi... Allora, eccomi qua.
Chi sono? Sono BarbaPapà! Come mi riconoscete? Ecco, tra i due io sono quello a destra, si dai, quello con gli occhi più scuri... dai, quello lì! Vabbè quello "più bassino"... diciamo nano!
Adesso però non esagerate con l'immaginazione! Io sono normale, è l'altro che è enorme!
Sapete che la dimensione del BarbaPapà è direttamente proporzionale al numero degli SbarbaBimbi, no? Beh io e BarbaPapà siamo 2 a 5. Non c'è gara, è evidente. Lui dice che corriamo in due classi differenti, lui dice di correre il moto GP e che io sono tra le 125. Non sono mica tanto d'accordo, anche noi sgasiamo, derapiamo e ci divertiamo un sacco! Ve lo dimostrerò!

giovedì 4 aprile 2013

Il sogno proibito

Due donne nel letto... il sogno proibito?
Naaaahhhh, proibito e basta! La SenzaBarbaMamma si gira dall'altra parte mentre Nanina si infila nel letto, sgomita, si mette il dito in bocca e... mi pianta una sonora ginocchiata nello stomaco.
Tesoro di BarbaPapà...

martedì 2 aprile 2013

Semplicementeunamamma



Vi suggerisco di dare un'occhiata anche a questo:

http://ciughini.blogspot.it/

E' il blog di mia sorella, una dilettante con soli sette figli...

Buona lettura!

BarbaDaddy